Il panorama fiscale italiano offre una serie di opzioni flessibili per chi desidera semplificare la gestione delle proprie tasse. Tra queste, il regime forfettario si presenta come la soluzione più vantaggiosa, offrendo benefici significativi per chi ne fa uso.
In questo articolo esploreremo dettagliatamente cosa è e come funziona, analizzando tutte le sue sfaccettature, dando anche uno sguardo alle ultime novità introdotte nel 2024.
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Cosa è il regime forfettario?
Con un tetto di ricavi fissato a 85.000 euro, si presenta come l’opzione fiscale più vantaggiosa per i professionisti e le imprese che desiderano ridurre gli oneri amministrativi: si tratta di un regime fiscale agevolato che prevede una tassazione ridotta, con l’applicazione di un’aliquota fiscale del 15%, che può ridursi addirittura al 5% nei primi 5 anni per le nuove Partite IVA.
È un’alternativa al regime ordinario che prevede la determinazione del reddito imponibile attraverso la tenuta di una contabilità completa.
Requisiti per aderire
Per poter entrare usufruire della sua tassazione agevolata, è necessario soddisfare determinati requisiti.
In primo luogo, è possibile accedervi solo se si è una persona fisica (libero professionista o ditta individuale) e se si esercita un’attività di impresa, arte o professione, ad eccezione di alcune categorie specifiche escluse dalla normativa.
Inoltre, il fatturato e i compensi non devono superare una certa soglia stabilita. Infatti, per poter accedere a tale regime, è necessario che la somma dei ricavi e compensi non superi gli 85.000 € annui. Nel caso in cui, durante il corso del 2024, si superi questa soglia, sarà obbligatorio adottare il regime ordinario o semplificato a partire dal 2025.
Tuttavia, se si tratta di una nuova attività, il limite di 85.000 € deve essere ridotto proporzionalmente ai mesi di operatività.
È importante notare che l’attuale limite di ricavi/compensi di 85.000 € è stato stabilito dalla legge di bilancio 2023, poiché precedentemente era stato fissato a 65.000€.
I vantaggi
Questo regime fornisce diversi privilegi per i contribuenti che ne fanno uso.
Uno dei principali è la semplificazione delle procedure contabili e fiscali, eliminando la necessità di tenere una contabilità ordinaria e di presentare dichiarazioni complesse.
Inoltre, la tassazione forfettaria consente una maggiore certezza fiscale, in quanto il contribuente sa fin dall’inizio quanto dovrà pagare senza sorprese legate a variazioni del reddito.
In queste circostanze, si applica solo un’imposta sostitutiva del 15%, con la possibilità di ridursi addirittura al 5% per i primi 5 anni per le nuove attività, offrendo un trattamento fiscale vantaggioso rispetto al regime ordinario.
Infine, i soggetti che aderiscono, sono esonerati dal versamento dell’IVA sulle operazioni effettuate, semplificando notevolmente la gestione contabile e fiscale.
I limiti da conoscere
Nel contesto dei limiti del regime forfettario, è importante comprendere le conseguenze che comporta superare il tetto di ricavi annui fissato a 85.000€.
Se il limite viene superato ma non si raggiunge la soglia dei 100.000€, è possibile rimanere in tale regime nell’anno corrente. In tal caso, sarà necessario versare l’imposta sostitutiva prevista, continuando a beneficiare delle semplificazioni e agevolazioni offerte. Tuttavia, nell’anno successivo, non sarà più possibile aderire alla sua tassazione agevolata, ma sarà necessario passare al regime ordinario.
D’altra parte, superando i 100.000€ di ricavi annui, si esce immediatamente dal regime forfettario e si è obbligati ad applicare l’imposta sul valore aggiunto (IVA) a partire dalle fatture successive. Queste disposizioni, già esistenti negli anni precedenti, rimangono in vigore anche per il 2024. È quindi essenziale tenere sotto controllo i ricavi per evitare di superare tali limiti e pianificare attentamente il passaggio a un regime fiscale diverso se necessario.
Come aderire al regime forfettario
Per entrare in questo regime è necessario compilare e presentare specifiche dichiarazioni, distinguendo due casi specifici.
Accesso al forfettario per chi apre una Partita IVA
Se hai intenzione di avviare una nuova attività e desideri aderire a questo regime, dovrai presentare tramite la dichiarazione, tramite il modello AA9/12, entro 30 giorni dall’inizio dell’attività. Nella sezione “Regimi fiscali agevolati” del quadro B, dovrai inserire il codice 2 per manifestare l’adesione al “Regime forfettario dei contribuenti esercenti attività d’impresa, arti o professioni”.
Passaggio da regime ordinario e semplificato a forfettario
Se possiedi già un’attività avviata con regime ordinario o semplificato, il passaggio alla terza opzione è più semplice. Non è richiesta alcuna comunicazione né preventiva né successiva. Il regime forfettario è considerato un regime naturale e ti basterà agire per “fatti concludenti”. In pratica, dovrai iniziare a tenere la contabilità ed emettere le fatture secondo le modalità previste per il forfettario.
Cambiamenti e novità nel 2024
È importante rimanere aggiornati sulle ultime disposizioni legislative e normative per comprendere appieno le implicazioni fiscali e adattare di conseguenza la propria strategia aziendale.
Una delle novità introdotte dal 1° gennaio 2024 è l’obbligo di emettere fatture in formato elettronico nei confronti di clienti e consumatori, di ricevere fatture elettroniche dai fornitori e di rispettare le disposizioni per la loro corretta conservazione.
Confronto con altri regimi fiscali
Prima di scegliere se aderire al regime forfettario o meno, è importante considerare che esistono diverse opzioni disponibili, ciascuna con vantaggi e limiti specifici. Tra queste opzioni vi sono il regime ordinario o semplificato, che possono offrire alternative valide.
Tuttavia, prima di prendere una decisione, è bene richiedere una consulenza fiscale da parte dei nostri consulenti esperti, per ottenere un’analisi approfondita e personalizzata. Questo ti aiuterà a comprendere appieno le implicazioni fiscali di ciascun regime e a fare la scelta migliore per la tua attività.
Conclusione
Entrare nel regime forfettario rappresenta un’opzione fiscale interessante per i professionisti e le piccole imprese che desiderano semplificare la gestione delle proprie tasse. Prima di prendere questa decisione, prenota una consulenza con ICON e sii certo di fare la scelta giusta!
Domande frequenti (FAQ)
Cosa succede dopo i primi 5 anni di attività in regime forfettario?
Dopo i primi 5 anni, la situazione fiscale subisce una variazione significativa. Inizialmente, durante i primi 5 anni di attività, il regime forfettario prevede l’applicazione di un’aliquota agevolata del 5% sul reddito generato. Questo trattamento fiscale agevolato è un incentivo per le nuove imprese, e permette di avviare l’attività con una pressione fiscale ridotta e di consolidarsi nel mercato.
Al termine di questi 5 anni, il trattamento fiscale cessa e si passa ad una tassazione del 15%.
Chi è in regime forfettario può essere assunto come dipendente?
La risposta è SI, la legge non vieta la coesistenza di un’attività autonoma sotto il regime forfettario con un lavoro dipendente. Tuttavia, è importante tenere presente che potrebbero sorgere alcune complicazioni o limitazioni legate agli orari di lavoro e ai conflitti di interesse. È sempre consigliabile verificare che non vi siano clausole contrattuali o altre restrizioni. Per maggiori informazioni, contattaci.
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